Studi

L'eredità di Paolo Murialdi. Passato, presente, futuro degli studi sul giornalismo.

Cosa è stato il giornalismo nella storia dell'Italia? E quale sarà il suo futuro? Questi i due interrogativi ai quali tenta di rispondere questo volume che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno organizzato dalla Fondazione sul Giornalismo intitolata a Paolo Murialdi, partendo proprio dall’analisi, con gli interventi di Franco Contorbia e Ferruccio de Bortoli, del contributo di Murialdi allo sviluppo degli studi sulla storia del giornalismo italiano. Dall’esame del ruolo dei giornalisti in un secolo di storia del nostro Paese si passa, poi, con uno sguardo interdisciplinare, a trattare i temi che la professione deve affrontare oggi, tentando di individuare, anche alla luce dello sviluppo tecnologico, quale potrà essere il futuro del giornalismo. Presentazione di Marina Macelloni. Postfazione di Vittorio Roidi.

 

Deve essere il mercato a decidere cosa interessa ai cittadini? Vincono le notizie più viste o vale ancora la ricerca faticosa e sapiente della verità dei fatti? Certo, le istituzioni - come l'Ordine e il sindacato dei giornalisti - sembrano rimaste al '900 e hanno bisogno di prendere atto dell'avvento dei social, dei video, dei podcast. In 12 interviste ai direttori emergenti, ai maestri, agli studiosi, da Stefano Feltri a de Bortoli a Cheli, il sito Professione Reporter presenta un'analisi a tutto campo su un settore in crisi, ma vitale e fondamentale per i destini della democrazia.

«Il mio inserimento nella Sede centrale, quasi coincise con il suo trasferimento ad altri incarichi: c’era un cambio di direzione in fieri, da Sergio Lepri a Bruno Caselli; l’Agenzia cambiava assetti e referenti. [...] L’ANSA non aveva presenze diffuse e adeguate nell’Est Europa. E Annibale, da cronista senza remore e senza supponenze, partì, a più riprese, per la Romania, per la ex Jugoslavia, specialmente per il Kosovo, raccontando quello che vedeva di quello che succedeva, parlando con i protagonisti di quelle convulsioni difficili da decifrare, mandando pezzi che erano sempre un passo avanti rispetto alla cronaca di giornata. Mi capitò, un giorno, d’incontrarlo sul portone dell’ANSA: io uscivo, lui era appena tornato, credo dal Kosovo. “Come andavano i pezzi?”, mi chiese, come se toccasse a me giudicare il suo lavoro, solo perché lui stava sul campo e io dietro una scrivania. “Bene, molto bene”. Sorrise, con il lampo di ironia che spesso gli accendeva lo sguardo: “Bene. Allora ci torno”, disse. E lo fece, più volte. Riuscendo sempre a coniugare il rigore e l’attenzione dell’impegno della professione con la cultura e l’umanità che lo contraddistinguevano.» (Gianpiero Gramaglia)

Parlare di guerra per immagini significa riconoscere che gli individui fanno la conoscenza del mondo attraverso le immagini fotografiche che vengono prodotte e fatte circolare, guardandole con indifferenza oppure osservandole con empatia, in ogni caso privilegiando una narrazione visuale e semplificata dei fatti e delle notizie. Il racconto fotogiornalistico permette una visualizzazione immediata della notizia, sia essa un fatto di cronaca o un evento tragico per l’umanità, con l’obiettivo di avvicinare il più possibile l’osservatore alla realtà rappresentata dall’immagine, innescando i meccanismi di identificazione, di indignazione e, idealmente, di mobilitazione e azione socio-umanitaria. L’invasione russa dell’Ucraina permette di riflettere sull’importanza di una rappresentazione fotogiornalistica che non dimentichi il suo ruolo di advocacy nella restituzione di immagini-simbolo dell’annientamento della popolazione civile.

Il mondo di carta presenta il profilo di editori di libri, riviste e quotidiani, che hanno resistito alle mutazioni dei mercati e, passati attraverso ristrutturazioni societarie, sono arrivati fino ai nostri giorni. Questa pubblicazione racconta le storie ufficiali e personali e i vezzi di grandi editori e di grandi giornalisti, quali Arnoldo Mondadori, Angelo Rizzoli, Valentino Bompiani, Edilio Rusconi, Livio Garzanti, Leo Longanesi, Mario Pannunzio, Indro Montanelli, Eugenio Scalfari e altri.

Quale è la differenza tra Ordine e sindacato dei giornalisti? Quanti sono i contratti collettivi di lavoro dei giornalisti? Qual è la differenza tra "professionisti" e "pubblicisti"? Quali sono le tutele contrattuali dei lavoratori autonomi? Come funziona la previdenza (Inpgi)? e l'assistenza sanitaria (Casagit)? Esiste anche un sistema di previdenza complementare? A questa e ad altre domande sul complessivo sistema del welfare del mondo giornalistico troverete le risposte in questo agile manuale, indispensabile per i praticanti, che devono sostenere gli esami per l'accesso alla professione, necessario per i rappresentanti sindacali, fiduciari e comitati di redazione, utile per chi esercita la professione e per tutti coloro che vogliono conoscere il giornalismo attraverso l'articolazione delle sue strutture e i meccanismi contrattuali.

#staizitta giornalista! Dall'hate speech allo zoombombing, quando le parole imbavagliano.

«Cessa», «maestrina», «vai a fare la calza», «meriti di morire», «un mostro di bruttezza e cattiveria», «strega», «a te non ti stupra nessuno», «la vedo bene come cassiera», «le donne utilizzano il sesso per fare carriera» Gli autori non sono solo leoni da tastiera solitari, sempre più spesso sono squadre di odiatori organizzati il cui scopo è silenziare il lavoro delle giornaliste. Alcune giornaliste raccontano che cosa significa lavorare, raccogliere notizie, smontare fake news sapendo che la conseguenza sarà una grandine di insulti e minacce. Tornare a casa e guardarsi le spalle, passare le notti a cancellare commenti infami, denunciare alla polizia postale.