La Fondazione è intitolata a Paolo Murialdi giornalista, sindacalista della categoria e storico del giornalismo. Praticante a Il Secolo XIX, Paolo Murialdi, è stato redattore del Corriere della Sera e capo redattore de Il Giorno. Eletto Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana nel 1974, ha rivestito tale incarico per i successivi sette anni, dedicando alla storia del giornalismo la parte più rilevante della sua attività intellettuale: nel 1973 è uscita per Laterza la prima edizione di La stampa italiana del dopoguerra, 1943- 1972, più volte ripubblicato. Nel 1976 ha fondato la rivista Problemi dell'informazione.
1974-1981. Sono gli anni in cui Paolo Murialdi è stato presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana. Anni di profonda crisi e grandi stravolgimenti nel mondo del giornalismo e in tutta la società, in cui anche il sindacato dei giornalisti ha dovuto confrontarsi con le rapide trasformazioni delle condizioni sociali ed economiche di un Paese attraversato da dilanianti battaglie politiche. Anni drammatici in cui la categoria ha dovuto fare i conti con il terrorismo, pagando anche un tributo di sangue alla stagione della lotta armata. Nel centenario della nascita di Murialdi, la Fondazione di studi sul giornalismo che ne porta il nome ha organizzato un convegno a lui dedicato, dal titolo "L'informazione tra riforma e controriforma", per ricordarne l'impegno professionale e sindacale.
A distanza di 80 anni, la Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma, ha voluto ricordare quell’evento nella sede della Fondazione, a Roma.
Introdotto dal presidente Vittorio Roidi, Enrico Serventi Longhi, autore di una ricerca negli archivi della Fondazione sulle epurazioni della categoria, ha ripercorso la vicenda e raccontato alcune delle storie personali e professionali di questi giornalisti.
A Massimo Finzi, assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma, e Silvia Haia Antonucci, responsabile dell’Archivio storico della Comunità, il compito di commentare quello che accadde prima della seconda guerra mondiale e quanto sta accadendo oggi, con gli episodi di intolleranza che si stanno verificando in Italia.
Interventi di: Vittorio Roidi, Enrico Serventi Longhi, Silvia Antonucci, Massimo Finzi, Paola Spadari, Romano Bartoloni, Margherita Martelli
idee e guida per una diversa informazione
Il manuale
di GiULiA giornaliste è nato dalla constatazione di quanto sia arduo nelle redazioni (e tra lettrici e lettori) riconoscere anche nel linguaggio il valore dello sport femminile. Arbitro o arbitra? Moglie di un bravo allenatore o più semplicemente campionessa? Giornali, web e tv sono spesso inciampati in stereotipi e veri e propri errori grammaticali, in particolare durante le competizioni olimpiche (o i mondiali di calcio femminile).
GiULiA insieme a Uisp, con il patrocinio degli enti dei giornalisti e di associazioni sportive, ha promosso un manifesto contro le discriminazioni delle atlete.
Tema che viene approfondito in questo manuale, a cura di Mara Cinquepalmi, segretaria di GiULiA, con i contributi di:
Laura Moschini, docente di media gender all’Università di RomaTre,
Manuela Claysset, presidente del Consiglio nazionale Uisp,
Mimma Caligaris, giornalista sportiva e presidente Cpo Fnsi,
e con l’introduzione di Silvia Garambois, presidente di GiULiA.
E soprattutto: quanto un articolo può essere d’ausilio per l’eliminazione della violenza contro le donne (o, al contrario, rischia di alimentare una cultura patriarcale e sessista)?Carta stampata, web, tv: una analisi per riconoscere e evitare stereotipi e errori dei media.
Con questo manuale – dedicato a chi i giornali li scrive e a chi li legge – GiULiA giornaliste rivendica fortemente il ruolo e il valore dell’informazione, strumento di cultura che aiuta a sviluppare il senso critico della società e la democrazia dei Paesi.
“Stop violenza: le parole per dirlo”, a cura di Silvia Garambois, presidente di GiULiA giornaliste, si avvale dei contributi della prof.ssa Graziella Priulla, sociologa e saggista, già docente all’Università di Catania, di Elisa Giomi, Commissaria AgCom, docente di sociologia della Comunicazione all’Università di RomaTre, Luisa Betti Dakli, giornalista esperta di diritti umani e gender violence.
Come la guerra ha cambiato l’informazione e come l’informazione cambia la guerra
Il coverage dei conflitti chiama in causa due dei temi-chiave della sociologia del giornalismo: la funzione di mediazione del giornalista, che nasce come quella figura che si pone tra l’evento e il lettore, e l’obiettività che connota, o quantomeno ispira, questa professione.Perché, in questo contesto iper-tecnologico, concentrarsi sulla copertura a stampa del conflitto?
Queste ricerche nascono dalle domande crescenti sullo stato del giornalismo in Italia e da una consapevolezza raggiunta nell’attività della Fondazione “Paolo Murialdi” in un confronto pluriennale con docenti che lavorano sui temi della comunicazione all’università di Roma “La Sapienza”. Giornalisti e professori si sono domandati se il giornalismo nel nostro Paese faccia interamente la sua parte. E se non la fa perché. La fase operativa del progetto è partita dalla necessità di conoscere meglio lo stato dei cambiamenti avvenuti, con particolare attenzione ai giornali quotidiani. Una operazione cognitiva, dunque, per potere vedere materialmente il reale operare del giornalismo nelle varie forme destinate ai lettori.
ORA È UN PROGETTO DI : GIULIA Giornaliste è una rete nazionale nata nel 2012 per promuovere l'uguaglianza dei generi nella società con particolare attenzione al mondo del giornalismo e una rappresentazione mediatica corretta della donna. L'Associazione GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome), in collaborazione con l'Università degli Studi di Torino e grazie al supporto della Regione Piemonte, ha realizzato su un tema così importante come quello delle pari opportunità, una ricerca sul tema della rappresentazione di genere. Noi crediamo in un'informazione che non marginalizzi nessuno, che sappia rendere conto dei mutamenti della società e sia capace di incidere positivamente sull'opinione pubblica.
La professione giornalistica agisce in uno scenario che ne modifica funzione e modalità espressive.
Il giornalismo assorbe le forme immediate e pervasive del marketing, informando il pubblico e incontrando il favore di inserzionisti con un potere di trattativa accresciuto.
Qui analizziamo una serie di articoli, pubblicati sempre in coppia tra le pagine economiche del Corriere della sera, che sembrano presentare una serie di anomalie facendo sorgere dubbi intorno alla mera natura informativa della pubblicazione.
Storie di confine nella pagine economiche del Corriere della Sera
BookTok. Il nuovo modo di vivere, vendere e raccontare i libri
Per comprendere al meglio come funziona una piattaforma come TikTok, è bene comprendere i linguaggi dei contenuti che circolano sui social media.
Con l’introduzione del web interattivo, la crescita dell’influenza dei social network sites e l’evoluzione dei device mobili in dispositivi smart, si è diffusa una nuova forma espressiva, caratterizzata dalla libera mescolanza di immagini, suoni e parole, per produrre testi di norma piuttosto brevi.
Ciò che colpisce del fenomeno di BookTok è anche la sua capacità di far tornare popolari libri che non sono nuove uscite. Nel 2021, quando venne pubblicata una lista dei best seller dell’anno, tanti editori notarono che presentava molti titoli che erano sul mercato da anni e capirono che era dovuto alla loro popolarità su BookTok



